Faq microcemento

Che resistenza e durezza ha il microcemento?

Malgrado lo spessore ridotto di questo materiale, due delle sue proprietà sono l’elevata resistenza e la durezza. Microdeck e Microstone possono essere utilizzati anche in ambienti ad alto calpestio.

Sulla resistenza e sulla durezza del microcemento incidono diversi fattori, come il supporto su cui è applicato, il tipo di microcemento e il sigillante per microcemento impiegato.

Possiamo distinguere tra due tipi di resistenza:

Resistenza meccanica
Agli urti: sebbene si tratti di un materiale relativamente duro, la resistenza a un impatto dipende in certa misura dalla durezza del supporto. Dato il suo spessore ridotto, se sottoposto a un urto violento, il microcemento si deformerà se anche il supporto si deforma. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, in caso di microcemento applicato su gesso. Se la base si deforma a causa di una scarsa resistenza, anche il microcemento si deformerà. Su supporti come il marmo, invece, la resistenza sarà maggiore.

All’abrasione e all’usura: in questo caso la resistenza dipende sia dal tipo di microcemento che dal sigillante impiegato. Topciment dispone di due rivestimenti continui per pavimenti: Microdeck e Microstone. Entrambi sono rivestimenti con inerti selezionati contenenti particelle di dimensioni maggiori rispetto a quelle di Microfino e, quindi, più resistenti alla compressione e all’abrasione. Data la sua minore resistenza, Microfino viene impiegato come rivestimento per pareti. Per quanto riguarda i sigillanti, sebbene le resistenze siano le stesse, più questi sono lucidi, più visibili saranno i segni dell’usura. Le finiture opache non riflettono la luce o la riflettono in minima misura.

Resistenza chimica
A macchie e liquidi: la resistenza chimica dipende dal sigillante impiegato per proteggere il microcemento. Il sigillante è lo strato finale che conferisce impermeabilità e protezione contro le macchie. I nostri sigillanti Topsealer presentano un’elevata resistenza chimica, come dimostrato da vari test effettuati:
Olio, cola, vino rosso e simili non lasciano macchie una volta rimossi.
Le macchie di aceto o di succo di limone lasciano lievi segni sul microcemento. Sebbene questa superficie venga intaccata dall’acido come il marmo, se si agisce velocemente non resterà alcun segno.
Le macchie di acido cloridrico, candeggina pura, acetone e ammoniaca lasciano segni a mezz’ora dall’esposizione a queste sostanze. Tuttavia, se si interviene pulendo rapidamente, non rimarranno segni. Occorre tenere conto anche della texture del microcemento e della difficoltà di pulizia.

Su quali supporti è possibile applicare il microcemento?

Una delle principali proprietà del microcemento è la sua elevata aderenza. Essa permette di applicare il microcemento sulle piastrelle, agevolando le ristrutturazioni ed evitando la rimozione del rivestimento originale, a condizione che le piastrelle siano stabili e non staccate. In questi casi è necessario usare la rete per rinsaldare il supporto.
Vedi il video tutorial sul metodo di applicazione del microcemento su piastrelle.

Microcemento su piastrelle, gres o terrazzo alla veneziana

Condizioni ottimali e stato della superficie da rivestire
La preparazione del supporto è importante quanto l’applicazione. Se il supporto non soddisfa le condizioni necessarie, non potremo applicarlo fornendo le dovute garanzie.
La superficie deve essere livellata, consolidata, priva di sporcizia e con un grado di umidità inferiore al 5%.
Nel caso in cui il supporto sia una malta, prima di applicare il microcemento, essa dovrà aver fatto presa da almeno quattro settimane per verificare l’assenza di eventuali fessure comparse durante il processo di stagionatura.
Microcemento per piscine
Topciment ha sviluppato Aquaciment, un sistema proprio ed esclusivo di rivestimento per piscine. Qui puoi vedere alcuni esempi.

Microcemento su legno naturale o parquet
I pavimenti in parquet o in legno naturale presentano un numero elevato di giunti. I loro listoni si dilatano in diverse direzioni provocando tensioni difficili da controllare e che possono provocare fessure nel rivestimento, motivo per cui queste pavimentazioni non risultano adatte a un’applicazione diretta del microcemento sulla loro superficie. In questi casi è necessario rimuovere il pavimento esistente e preparare il supporto prima della posa del prodotto.

Il microcemento può essere applicato su quasi qualsiasi tipo di supporto, malta cementizia, autolivellante, terrazzo alla veneziana, marmo, piastrelle, cartongesso o gesso. Può essere applicato su superfici verticali, orizzontali, in spazi interni ed esterni.

Non va mai applicato su legno naturale o su supporti soggetti a dilatazioni di diverso tipo.

Il supporto deve essere consolidato.

La superficie deve essere asciutta e priva di polvere e grassi.

La planimetria del supporto determinerà l’aspetto finale.

È possibile applicare il microcemento su un pavimento radiante?

Sì, ma prima di applicarlo dovremo seguire il protocollo di accensione del riscaldamento per evitare che le fessure causate dagli sbalzi di temperatura nel massetto si riproducano anche nel microcemento.

Il protocollo di accensione sarà il seguente:

1. Accendere il riscaldamento almeno 4 settimane dopo la posa della malta cementizia.

2. Mantenere l’acqua di ingresso nei circuiti a 25°C per 2 o 3 giorni. Quindi, aumentare gradualmente la temperatura dell’acqua fino a 45°C e mantenerla tale per diversi giorni.

3. Spegnere il riscaldamento almeno 48 ore prima di procedere alla posa del microcemento. La temperatura massima del pavimento dovrà essere di 18°C.

Le pavimentazioni di microcemento devono essere applicate su malte cementizie che hanno raggiunto una fase di presa avanzata. Ciò si verifica dopo tre o quattro settimane, a seconda delle condizioni climatiche. In ogni caso, occorre assicurarsi che la malta sia pressoché asciutta. Pertanto il supporto dovrà presentare un’umidità massima del 5% da rilevare mediante un misuratore di umidità relativa.

Si consiglia di utilizzare malte cementizie autolivellanti di qualità.

I supporti contenenti malte in polvere non sono adatti poiché lo stato della base dell’applicazione deve essere consistente o, in caso contrario, è necessario procedere al suo consolidamento.

Dopo aver applicato il microcemento, attendere almeno 48 ore prima di riaccendere il riscaldamento in modo graduale (+5°C al giorno).

Cambiare la temperatura sempre in modo graduale all’inizio e alla fine del periodo di utilizzo del riscaldamento.

Assicurarsi che l’umidità relativa dell’aria degli ambienti non sia troppo bassa.

Evitare sempre l’accumulo di calore dovuto a tappeti o moquette o alla mancanza di spazio tra i mobili e il pavimento.

Importante! Tra il massetto e i paramenti verticali sarà sempre presente un giunto di dilatazione per consentire la dilatazione dello stesso. Il mancato rispetto di questa indicazione potrebbe dare origine a fessure.

Il microcemento è impermeabile?

Il microcemento in sé non è impermeabile. È indispensabile prevedere un sigillante di superficie che conferisca tale proprietà al materiale. In questo modo è possibile applicare il microcemento su lavandini, vasche da bagno o zone umide, ma ad ogni modo occorrerà sempre sigillare la superficie con Topsealer DSV (poliuretano a base solvente) o Topsealer WT (poliuretano a base acquosa) per garantirne l’impermeabilità.

Il microcemento è antiscivolo?

Sì, a seconda del tipo di microcemento, della texture che si realizzi e dei sigillanti utilizzati, è possibile ottenere qualsiasi classificazione antiscivolo.

A seconda del tipo di microcemento e della texture, si otterrà una maggiore o minore resistenza allo scivolamento (grado di scivolosità). Procedendo dal maggiore al minore grado di scivolosità sono disponibili: Microstone, per via della sua texture ruvida, Microdeck, per la sua texture morbida e, infine, Microfino, che non è adatto per pavimenti.

Le diverse finiture per pavimenti e le relative texture
I pavimenti sono classificati in funzione del loro valore di resistenza allo scivolamento e, procedendo dalla resistenza minore a quella maggiore, esistono 3 classi: classe 1, 2 e 3.
Con i microcementi Topciment siamo in grado di ottenere qualsiasi classe richiesta. Microdeck sigillato con poliuretano corrisponde alla classe 1, tuttavia, se si applica solo una mano di turapori e una di poliuretano, è possibile raggiungere la classe 2. Se si impiega Microstone, che contiene particelle più grosse rispetto al microcemento tradizionale, si raggiunge la classe 3. La differenza di texture è visibile a occhio nudo. Occorre tener conto delle caratteristiche antiscivolo della superficie e delle difficoltà di pulizia. Maggiore è la resistenza allo scivolamento, più difficile risulterà la pulizia della superficie a causa della sua texture.

Finiture antiscivolo e classificazione in base alla scivolosità
Al fine di limitare il rischio di scivolamento, i pavimenti di edifici o aree ad uso residenziale pubblico, sanitario, educativo, commerciale, amministrativo e di pubblica affluenza, ad esclusione delle aree ad occupazione zero definite nell’allegato SI A del DB SI (documento di base di sicurezza in caso di incendio), avranno una classe adatta conforme al punto 3 di tale sezione.
I pavimenti sono classificati in base al loro valore di resistenza allo scivolamento Rd. Questo valore è determinato dalla prova mediante pendolo di cui all’Allegato A della norma UNE-ENV 12633:2003. Il Codice Tecnico dell’Edilizia (CTE) all’interno del documento DB SUA-1 (Documenti di base per la Sicurezza nell’impiego e l’accessibilità) sancisce gli indici di scivolosità e determina la classe di appartenenza di un pavimento in base al suo utilizzo. Più aumenta il valore Rd, maggiori saranno le proprietà antiscivolo di un pavimento.
I pavimenti sono classificati in funzione del valore di resistenza allo slittamento Rd, in conformità a quanto stabilito dalla presente tabella: (tabella)

Classe richiesta ai pavimenti in funzione della loro ubicazione e delle loro caratteristiche
La tabella indica la classe di appartenenza minima dei pavimenti in funzione della loro ubicazione.
Tale classe sarà mantenuta per tutta la vita utile della pavimentazione
Aree interne asciutte:
Superfici con pendenza inferiore al 6% -> Classe 1
Superfici con pendenza pari o superiore al 6% -> Classe 2
Aree interne umide, come ingressi di edifici dallo spazio esterno (1), terrazze coperte, spogliatoi, bagni, servizi igienici, cucine, ecc.:
Superfici con pendenza inferiore al 6% -> Classe 2
Superfici con pendenza pari o superiore al 6% -> Classe 3
(1) Ad eccezione di accessi diretti ad aree ad uso limitato.
Aree esterne, piscine (2), docce -> Classe 3
(2) In aree previste per utenti scalzi e sul fondo delle vasche, in aree in cui la profondità non superi 1,50 m.

Può scolorire con il passare del tempo?

No, i nostri pigmenti si comportano in modo stabile senza subire alterazioni nel tempo dovute alla luce del sole e alle condizioni climatiche.

I pigmenti che utilizziamo per confezionare le nostre colorazioni sono di origine minerale inorganica. Tra i pigmenti è possibile operare una distinzione fra quelli di origine minerale inorganica e quelli di origine organica. I primi mostrano un comportamento migliore rispetto all’alcalinità del cemento. I pigmenti organici (molecole contenenti carbonio), invece, non sono stabili agli agenti atmosferici e finiscono per trasformarsi in altri composti privi di proprietà pigmentarie o migrano verso la superficie, per cui alcune colorazioni iniziali finiscono per scomparire quasi del tutto dopo un certo tempo. I pigmenti inorganici generalmente conservano la propria stabilità nelle malte e nei calcestruzzi.